4. L’esperienza morale cristiana
Quanto detto fino ad ora possiamo tranquillamente definirlo "nihilismo della laicità".
Esso, come tutte le correnti di pensiero, si chiede quale senso ha il vivere e l’agire dell’uomo.
L’uomo non è solo cultura, un mero prodotto di se stesso.
E’ proprio il vivere disperso nella attualità delle cose di tutti i giorni a porci la domanda sul senso pieno dell’esistenza: del vivere, dell’amore, dell’agire, del soffrire e del morire.
L’uomo è l’unico essere che cerca di darsi delle risposte convincenti, di capire la profonda verità di se stesso e del mondo.
Se crediamo che la verità che dà senso all’agire umano ci raggiunge senza che ne possiamo disporre pienamente, è necessario, allora, interrogarci su ciò che ci trascende.
L’esperienza morale, che non è altro che ricerca del proprio senso ultimo, può avvicinarci al mistero, all’assoluto, alla verità.
Sorge, allora, la domanda: quando l’esperienza morale umana diventa esperienza morale cristiana?
L’esperienza morale umana diventa cristiana quando il soggetto agente, avvicinandosi all’assoluto, fa il suo incontro con Cristo, riconosciuto e accolto come unico valore della vita, come il senso unico per l’uomo.
Si farà esperienza morale cristiana quando ci sarà convergenza esistenziale tra il naturale bisogno di verità, presente in ogni persona, e la risposta appagante di Cristo.
Secondo il Concilio Vat. II (1962-1965) ci sarà autentica esperienza morale cristiana quando la chiamata ad esser uomo viene riconosciuta come vocazione in Cristo con tutto ciò che questo comporta, cioè: un coinvolgimento radicale del proprio esistere in quello di Cristo, in oblazione al Padre nello Spirito, per la vita del fratelli (OT n. 16).
In definitiva Cristo, uomo perfetto, diventa la verità dell’uomo (GS n. 22). In questo caso la vita morale coincide con la vita cristiana.
5. Cos'è la teologia morale
La tematica del corso, che stiamo svolgendo, è definita nei suoi contenuti dal titolo stesso del corso: teologia morale fondamentale.
Delle tre parole che compongono questo titolo, la più ampia di significato è senz'altro il termine «morale», usato qui come aggettivo, ma può essere usato anche come sostantivo: es. morale teologica.
Il vocabolo 'morale' è la traduzione letterale del vocabolo latino mos. Moralità traduce, invece, il vocabolo moralitas.
Questo vocabolo fu coniato da Cicerone (106-43 a.C.) per tradurre il vocabolo greco ethos, che, sta ad indicare l'insieme dei sentimenti interiori di una persona o di un popolo.
L'aggettivo o il sostantivo 'morale' indica, quindi, il comportamento o vissuto quotidiano di una persona e di un popolo. Il vocabolo sarà sempre e solo riferito ad un comportamento posto o ponibile in essere da un soggetto libero.
Il concetto di morale è riferito principalmente all'elaborazione e alla messa appunto di scelte libere, cioè alla «morale vissuta».
Questa implica necessariamente i seguenti elementi:
1. Una persona umana quale soggetto del pensare e dell'agire morale.
2. Un processo interiore di tale individuo capace di valutare e di determinare proprie decisioni. Questo processo è effettuato tramite la coscienza.
3. Decisioni caratterizzate dalla «libertà», poiché le scelte, per avere valenza morale, non devono essere determinate né da coazione esterna (ambiente, fatalità, Dio), né da coazione interna (fisica, psichica).
4. Principi d'azione che rendano possibile scelte significative, indicati più precisamente con il termine di «legge morale».
5. La responsabilità, cioè l'adempimento di una scelta «giusta» che consenta alla persona lo sviluppo della sua vita nel modo più significativo possibile, in rapporto ai principi di azione suddetti.
Il passaggio dall'elaborazione della scelta morale alla sua esecuzione chiama in causa la categoria della moralità. Essa riguarda la «morale agita» e conserva sempre il carattere dell'ambivalenza:
- il comportamento è positivo se l'agire della persona è coerente con le indicazioni normative ricevute dal confronto, compiuto in coscienza, con la legge morale in una determinata situazione;
- è negativo se l’agire non è coerente con le indicazioni suddette.
domenica 13 dicembre 2009
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